Quando un’anima . . .

 

perde il totale contatto con il Signore incomincia a ragionare senza tener presente Gesù Crocifisso e da quel momento riemergono tutte quelle malattie spirituali che Gesù con la sua grazia stava guarendo (invidia, gelosia, superbia etc).

L’anima si sente sola, abbandonata, rifiuta ogni persona che si avvicina per aiutarla, rimane nelle sue convinzioni e prende delle decisioni avventate. Si allontana da tutto e da tutti perché sta male.

Detro di sé c’è, però, quella piccola fiamma fumigante che cerca di illuminare l’anima, accecata dal peccato, per farle cambiare strada. L’anima si aggrappa a quel lucignolo fumigante e comincia di nuovo a cercare in sé la verità, riconosce il suo peccato e si riconcilia con Dio. Tramite la confessione la grazia di Dio illumina la sua mente e capisce che la colpa di quello che era successo era sua: aveva perso il contatto con il Signore, aveva perso la fiducia nel Suo Dio. L’anima riprende di nuovo il cammino di fede, si riaccosta ai sacramenti e alla preghiera in modo diverso, con fede, con speranza e con umiltà. L’umiltà ti fa sottomettere alla volontà di Dio, la speranza ti fa credere nella vita eterna.

L’anima incomincia a porre più attenzione a quello che le vien detto e accoglie tutto come dalle mani di Dio.

Il suo sguardo è fisso in Gesù crocifisso che ha subito sofferenze e umiliazioni di gran lunga superiori alle sue e si chiede perché non sopportare e offrire a Lui quelle piccole sofferenze che le capitano giorno per giorno? Gesù si è donato tutto per noi perché non donarsi a Lui?

Donare non significa togliere qualcosa a noi, al nostro tempo: donarsi agli altri è un arricchimento per noi e per i nostri fratelli. Accogliamo perciò l’invito che Gesù ci fa giorno per giorno: rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi!

                                                                                                 M.S.