Note
Presentazione
Struttura
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VIVERE INSIEME …
                   VIVERE BENE FAMIGLIA: HOME PAGE DELLA SOCIETA’ CRISTIANA.
  • Dott.ssa CONCETTA TENUTA
  • Psicologa – Psicodiagnosta
  •        Psicoterapeuta


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      LA PROIEZIONE
  •    Il termine, derivato dalla geometria indica la corrispondenza, punto per punto, tra una figura nello spazio e una figura piana, ha diversi usi a seconda dell’ambito disciplinare in cui è adottato, e un significato specifico in psicoanalisi dove indica l’operazione attraverso cui il soggetto localizza fuori di sé (esternalizza), in persone o cose, ciò che risulta o non riconosce come proprio.
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   MECCANISMO DI DIFESA


  •   Meccanismo di difesa inconscio con cui il soggetto reagisce a eccitazioni interne spiacevoli da cui non può fuggire, negandole come proprie e attribuendole a cose o persone esterne.
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"La famiglia è importante"
  •               La famiglia è importante


  •                         perché
  •     è il perno  della crescita di un individuo


  •              e influenza decisamente la


  •        personalità, soprattutto da bambini


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BUON GENITORE CERCASI
  •     UN BUON GENITORE E’ COLUI CHE
  •                          AVVIA


  •       IL FIGLIO VERSO L’AUTONOMIA ED


  •       UN SANO EQUILIBRIO PSICOLOGICO


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         Autonomia

  • L’autonomia crea la differenziazione
  •                  tra il sé e l’altro
  •          e ci consente il discernimento
  •                 tra bene e male.


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 Relazione di attaccamento

  • Attraverso la relazione di attaccamento,
  • i genitori forniscono al figlio la base da  cui partire per il suo viaggio verso l’indipendenza e la salute mentale.


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"Genitori sereni"
  •   Genitori sereni, rilassati e in sintonia
  •    con  i propri figli sanno ed hanno imparato quindi a leggerne il lessico, nella soddisfazione dei bisogni, iniziando con loro una danza in cui ciascuno guida e al contempo si lasciano guidare, in un accordo di  equilibrio ed armonia.


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GENITORI NON CI SI                            IMPROVVISA

  •                   ATTENZIONE
  •              A NON PROIETTARE


  •              I PROPRI BISOGNI SUI  FIGLI
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"Imparare ad ascoltare e osservare..."

  • Imparare ad ascoltare e osservare i bisogni del proprio bambino.
  • Assumere sempre la capacità di conoscere e contenere le emozioni proprie  e quelle del proprio figlio.
  • Saper dire no, quando  c’ è la necessità.
  • Imparare a sapersi mettere in discussione.
  • Imparare a star bene.
  •  Non entrare in simmetria, soprattutto in condizioni di grosse tensioni.
  • Contenere aggressività o  esplosioni di ira proprie  e quelle del figlio, il benessere deve diventare un automatismo spontaneo e non una costante lotta contro sé stesso.
  • Educare già da bambini a riconoscere ed a contenere le proprie esplosioni d’ira, anche di fronte a situazioni incresciose o sensazioni di forte fastidio.
  • E’ importante proteggersi da qualsiasi forma di aggressività, la cura del proprio sé deve diventare intrinseca e naturale per ogni persona.
  • Non accettare e non tollerare comportamenti chiaramente devianti o nascosti sottilmente  da parte di nessuno.
  • Un comportamento deviante, anche se quotidiano, non può mai essere accettato come normale, solo perché interviene l’assuefazione a tale devianza.



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     LE INCOERENZE
  •    Già dai primi anni di vita il bambino
  •    comincia a capire le regole e  differenziare la fermezza dal permissivismo dei propri genitori, pertanto é in grado di passare ad una condizione di  accettazione o di ribellione. Spetta ai genitori mantenere la corretta coesione tra loro ed una costante autorevolezza:  è proprio in questi momenti che iniziano in famiglia le battaglie per una “corretta educazione”.



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               Squilibri
    Fisici, Psichici, Psicosomatici

  •     Si possono creare degli squilibri psicosomatici. Infatti quando vi è uno squilibrio possono emergere sintomi fisici e psichici come ansia, enuresi, disturbi del sonno, rabbia, iperattività, aggressività, ecc.
  •     Ad esempio, il bambino che ha bisogni affettivi insoddisfatti reagisce con una domanda crescente di contenimento, la quale rappresenta per lui compenso e conforto,  quindi la sua resistenza ad aderire ad un regime di regole potrebbe dipendere dal fatto che ciò significa per lui una grave perdita di sostituti compensatori e di regolatori dell'ansia.
  •     E’ un buon proposito quello di aiutare il bambino a contenere l’ ansia ed ad elaborare le frustrazioni, che  potrebbero trasformarsi in aggressività o in scatti d’ira.
  •     E’ necessario non  permettere al suo sintomo/i di trasformarsi in aggressività sia verso sé stesso, che verso gli altri o verso gli oggetti, egli deve imparare a stare bene in modo naturale, per raggiungere spontaneamente il  desiderio di serenità.


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        Scatti d’ira – Atti violenti
  •    Attraverso atti violenti si scarica la rabbia?
  •    NO! Non si scarica la rabbia, anzi si alimenta, perché ad aggressività si aggiunge ulteriore aggressività, creando un circolo vizioso dove il malessere richiama ulteriore malessere.
  •    Si distrugge solo ciò che si è costruito.
  •    Inoltre attraverso l’ osservazione dei comportamenti devianti si può comprendere come si sia sviluppato in modo anomalo la psiche, l’identità e la personalità, il sé e l’altro.


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LA RABBIA
  •    LA RABBIA  IN OGNI CASO, OLTRE
  •    AD ESSERE UN EMOZIONE NEGATIVA, DIVENTA ANCHE UN PROBLEMA
  •    RILEVANTE PER LE CONSEGUENZE CHE PRODUCE E CHE PRODURRA’.
  •    E’ IMPORTANTE IMPARARE A GESTIRE
  •                     LA RABBIA



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La rabbia va sfogata, ma non a pugni


  •  Meglio camminare a passo
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       SCATTI D’ IRA
  •    Al momento dell’ ira del figlio
  •    sono proprio i genitori insicuri, apprensivi, timorosi ed ansiosi quelli che infatti tendono ad accontentare il figlio, a sottomettersi, spinti dal timore di non saperlo gestire   o di non essere dei buoni genitori.


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"INCERTEZZE E TIMORI IN FAMIGLIA..."
  • INCERTEZZE E TIMORI IN FAMIGLIA SOPRATTUTTO PER UN FIGLIO ADOLESCENTE.


  •    Di fronte alla rabbia e al pianto di un figlio un genitore insicuro ed ansioso potrebbe allarmarsi  pensando di non essere un buon genitore, sentendosi in colpa o andando in simmetria, accusandolo dei conflitti che possono sorgere.


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          I CONFLITTI


  •    I conflitti e i malesseri sono accompagnatori potenziali nelle relazioni, prima con i genitori, poi con il gruppo dei pari, poi possono estendersi ai rapporti con l’intera società.
  •    I conflitti possono cristallizzarsi in situazioni patologiche in cui le difficoltà di relazione tra i membri della famiglia, particolarmente tra genitori, si proiettano su uno  o più figli, costretti ad assumere il ruolo di capro espiatorio che permette la riconciliazione degli altri.


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RELAZIONE NEGATIVA GENITORI - FIGLI

  • Conflitti tra genitori e figli
  • Incomunicabilità reciproca
  • Difficoltà ad instaurare un dialogo
  • Difficoltà a raccontare i problemi
  • Infantilismo prolungato
  • Rigidità


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          DEVIANZA
  •    In tal caso, i figli sono spesso identificati
  •    in un ruolo deviante: il discolo, il tossicodipendente, il pigro, il ribelle, il pazzo, l’ handicappato. In alcuni casi , i genitori accusano esplicitamente qualche figlio di essere la causa della loro mancanza di intesa. In altri casi è il figlio stesso, in modo spesso inconscio, che manifesta comportamenti devianti nella speranza di riconciliare i propri genitori. Le difficoltà emotive e comportamentali di un membro della famiglia possono quindi essere il sintomo di disfunzioni presenti nel sistema familiare stesso.
  •    E’ su questo presupposto che si  sviluppa
  •    la terapia familiare.


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            DIPENDENZA



  •      La dipendenza prolungata dai genitori genera spesso dipendenza da altre figure parentali o autoritarie, quali gli insegnanti, i padroni, lo Stato, le gerarchie militari o religiose.
  •     Una libertà senza restrizioni lascia poco spazio allo sviluppo della responsabilità morale e del rispetto per gli altri. D’altra parte, frustra il bisogno del minore di avere norme sociali ben definite che possano aiutarlo a controllare e orientare le nuove tendenze emozionali e le richieste del suo Io.
  •     Il mero processo di emancipazione è difficoltoso, l’emancipazione è desiderata e temuta contemporaneamente: il bambino sente il bisogno di autonomia, ma nello stesso tempo desidera sicurezza e protezione.


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La reazione ad un modello disfunzionale

  •                RIFIUTO DELLE REGOLE


  •    Alcuni bambini che rifiutano le regole in realtà stanno “lottando” per riuscire ad autogestirsi, per esprimere rifiuto ed ostilità nei confronti di genitori possessivi ed iperprotettivi, che non concedono loro la giusta autonomia ed una equilibrata indipendenza.


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          Coerenza
  •    Così come la coerenza  di comportamento dei diversi  membri della famiglia,anche le regole e i limiti devono essere ben chiari e ben definiti: sono indispensabili e, anche se mal accettati dai figli, sono in realtà rassicuranti, indice che c’è qualcuno che si cura di loro


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"Il rifiuto delle regole è..."


  • Il rifiuto delle regole è in fondo il
  •       rifiuto della dipendenza dall'altro
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 Da Evitare … FATE CENTRO
  • Evitare di utilizzare ricatti come forma di
  •    ricompensa o di punizione (“Se fai il bravo ti
  •    compro il giocattolo”, “Sei stata cattiva, niente bambola”), perché i ricatti, soprattutto morali,
  •    non portano mai a conseguire un fine educativo.


  • Evitare di introdurre eccessive severe limitazioni
  •    che possono indurre il figlio a sentirsi troppo represso; ciò porta  ad inibizione, aggressività o ribellione, perché  le proibizioni vengono rese involontariamente speciali e mitizzate, per cui  finiscono per essere ancora più desiderabili.


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Per vivere bene  e per vivere insieme è importante che si interrompa questo circuito vizioso
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    PERCHE’





  • In una famiglia, come nella società, basta una sola persona che sta male per coinvolgere tutto il nucleo familiare.
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"Grazie per l’attenzione !"


  •    Grazie per l’attenzione !
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ARRIVEDERCI A PRESTO!