Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato
(1Gv 3,2).
Cosa significa comportarsi da figli di Dio?
Come consacrati, impegnati nella visita alle famiglie per
Per alcuni l'essere figli di Dio è una condizione ereditata, non chiesta, è un modo di pensare ormai passato che dovrebbe aggiornarsi, è impossibile pensare come Gesù ai tempi di oggi in cui le pecore sono qualcosa che si vede solo in qualche documentario televisivo e il progresso tecnologico ci fa avere tutto e subito: mansuetudine e rinuncia sono termini impronunciabili e inaudibili.
Per tanti è una condizione di vita che può andare bene esclusivamente per quelli che scelgono di pensarla come Gesù, perché nella vita non hanno grandi impegni, legami affettivi o sono dei falliti che non hanno raggiunto grandi obbiettivi.
In una società dove Soldi, Sesso e Salute sono le
sole cose che contano e su cui si fonda ogni prospettiva per il futuro,
C
è pochissima confidenza nella provvidenza di Dio, non si crede realmente che
Dio è un Padre che ha cura e premura per tutti i figli
che ha messo al mondo, non si comprende che Lui ci ama più di tutti. E allora
si conta solo sulle proprie risorse e ci si affanna e ci si allontana da Lui
sempre più.
Alla perdita del Paradiso, alla perdita della pace, all'inimicizia tra l'uomo e la donna, alla morte. L'uomo di oggi dove crede di arrivare senza Dio?
Quando la salute verrà meno, le ricchezze si dissiperanno, cosa farà?
Allora dice il salmo: ”Fioca dalla polvere la tua voce salirà”, a qual punto ci si renderà conto di aver faticato invano.
La vera dignità, quella cioè di essere figli di Dio, viene sostituita da una pseudo-dignità che ci spinge a non sottometterci a niente e nessuno, rifiutando ogni rinuncia e rinnegamento.
Il risultato? Aumentano i divorzi, gli aborti, le violenze.
Cosa invece ci insegnano i santi ?
Con rinnegamento e sottomissione hanno convertito figli e mariti (cfr S. Monica, Santa Rita)
Una cosa ancora fa indietreggiare i battezzati a comportarsi come Gesù ed è l'obbedienza stretta al Vangelo. La preghiera che Gesù eleva dalla croce, “Padre perdona loro perché non sanno quel che fanno”, diventa motivo di sordità per alcuni e per altri un grande limite.
Perdonare è il tallone d'Achille di ogni battezzato che ostinatamente dice: ” Io sono cristiano ma non sono come Cristo”.
Questo ed altro è quello che, purtroppo, noi Apostoline raccogliamo dal confronto con le famiglie.
Ci rendiamo conto sempre più che ciò che manca è l'esperienza dell’incontro personale con Gesù. Se non si fa una viva esperienza del Suo amore, non si riesce a prenderLo come modello.
Quando, infatti, siamo disposti a fare ciò che ci dicono?
Quando amiamo chi ci comanda, ma come si fa ad amare chi non si conosce?
Può sembrare un circolo vizioso, ma non lo è, Cristo si fa incontrare sicuramente da chi lo ascolta nella predicazione e mette in pratica quanto ha ascoltato, da chi è attento agli avvenimenti, accogliendoli dalle Sue mani. Sfido chiunque a non comportarsi come Gesù, dopo aver toccato con mano l'amore misericordioso che Gesù prova per lui, dopo aver compreso che Gesù ha sopportato, sofferto, perdonato per amore suo, e che non c'è nessuno al mondo disposto ad amarlo come Lui così come egli è con i suoi difetti, le sue piccolezze, le sue miserie, e che l’amore di Gesù riempie tutto il suo essere da non esserci più posto per niente e nessuno, fino a dire con San Paolo non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
Sorella Silvana