" I miei pensieri non sono i vostri pensieri,

le vostre vie non sono le mie vie."( Is 55,8)

 

 

Quante volte ci chiediamo brontolando: Come mai il Signore non si cura di me? Si è forse dimenticato di me? Perché non ascolta la mia preghiera?, Lui che ha detto: - Chiedete e otterrete, bussate e vi sarà aperto?

S. Giacomo ci dà una risposta chiara ce la dà S. Giacomo: "chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri" (4,3), per bisogni che portano lontano dal Signore: Signore, benedici la mia convivenza; Signore, vendica il male che il mio fratello ha commesso contro di me; Signore, fa’ che io ottenga il posto di lavoro di un mio fratello; Signore, fammi morire perché sono stanco di soffrire; Signore, fa’ che quest’ennesima inseminazione artificiale riesca; Signore, fa’ che non scoprono i miei misfatti, e tante altre richieste, che sicuramente lacerano continuamente il cuore di Dio.

 

Per poter essere ascoltati dobbiamo chiedere non secondo la nostra volontà.

Se vogliamo che la nostra preghiera sia ascoltata e accolta dobbiamo pregare con la preghiera che il Signore stesso ci ha lasciato, quella del Padre Nostro, che ci fa chiedere che sia fatta la Tua volontà. Se vogliamo conoscere qual è la volontà del Signore non ci resta che leggere il Vangelo, è in esso racchiusa la volontà di Dio, una volontà, come troviamo nella stessa Scrittura: dolce al palato ma amara alle viscere, cioè dura da assimilare (Cfr Ap 10,10).

I miei pensieri non sono i vostri pensieri: il Signore ci invita al rinnegamento, alla condivisione, al perdono, alla carità che tutto sopporta, tutto copre, tutto comprende, non si vanta, non tiene conto del male ricevuto, in definitiva ci chiede di percorrere una via stretta e angusta, una via che a noi proprio non piace,  perché non riusciamo, se non con l’occhio della fede, a vedere la meta finale.

 

Tante volte abbiamo anche da ridire sul modo di agire del Signore, lo troviamo ingiusto: -  Come è possibile che fa piovere benedizioni sui buoni e sui cattivi; fa morire il giusto e vivere l’ingiusto, condanna il giusto e libera il malfattore?. Non riusciamo a comprendere la Sua bontà e spesso ci allontaniamo come il fratello maggiore che non gioisce per il ritorno del fratello ma, accecato dall’invidia, se ne sta fuori e non partecipa alla gioia del Padre che ha riavuto il figlio creduto morto. Nella lettura costante del Vangelo e nella preghiera perseverante cercheremo di uniformarci al pensiero di Dio, per poter vivere in qualsiasi stato in cui ci troviamo nella pace.

Sorella Silvana