CARISSIMI
sorelle, fratelli, lettori, amici, aggregati tutti che ci seguite e sostenete…,
per questa Pasqua non vi propongo la Parola del Mese…
D’altra parte, la non sistematicità e l’imprevedibilità di fatto sono la caratteristica del nostro Fondatore e della nostra Fondazione... Sorella Lucrezia è solita dire che nella nostra comunità non è possibile allontanarsi da un piano all’altro senza che già succeda qualcosa, senza che ci sia qualche cambiamento in atto. E non possiamo darle torto! Sarà certamente per il “quadro” che l’Opera è stata chiamata a contemplare: Maria si mette in viaggio in fretta per visitare Elisabetta, certo è che un’apostolina autentica non è mai una persona “adagiata”, è sempre “in movimento”, sempre pronta a cambiare direzione per seguire le istanze dello Spirito…
E le istanze dello Spirito questa volta mi hanno portata ad una riflessione più vissuta che meditata, ad una parola che si offre come una “stazione di scambio” nel mio e nostro viaggio spirituale. In un’altra occasione, una Parola del mese con le sue tre parole: “Fede, Discernimento e Perfezione”, è stata per me un’indicazione stabile nel cammino e nel discernimento della spiritualità dell’Opera. Ancora una volta la Parola mi offre la possibilità di entrare nello spessore della nostra chiamata per comprenderne la profondità e l’ampiezza, sì da rispondere con consapevolezza e responsabilità. Solo una tale risposta potrà essere il mio e nostro contributo al Cammino della Chiesa…
Il tempo quaresimale e la Settimana Santa ci hanno posto di fronte l’immagine della “Chiesa del Sepolcro”: Gesù solo, solo nel deserto, solo nel Getsemani, abbandonato sulla croce…; gli apostoli oppressi dal sonno, nel Getsemani come sul Tabor…; lo tradiscono, lo rinnegano, fuggono, non credono… La “Chiesa del Sepolcro” è dispersa, sfiduciata, rinnegata, tradita… La “Chiesa del Sepolcro” non è ancora nata!
In queste fitte tenebre della notte calata sul mondo con la morte di Dio sulla croce, l’ “alba” è affidata ad un gruppo di donne: esse, senza fermarsi a guardare indietro a chi ha rinnegato, a chi ha tradito e ha abbandonato, di buon mattino, pronte, sveglie e leste si avviano al sepolcro; e lì giunte sono ammaestrate direttamente dagli angeli sul significato e il senso della Passione del Cristo. Ancora una volta l’evento centrale, l’evento chiave della nostra salvezza, vede come protagonista la donna che sa accogliere l’annuncio degli angeli. L’Incarnazione e la Resurrezione, l’inizio e il centro del piano di salvezza sono affidati alla donna.
Una donna che contrasta con la prima donna, Eva. Anch’essa al centro di tutta la creazione, anch’essa ascolta la voce di un angelo, ma non quello della luce, non il messaggero di Dio. Essa ascolta il dia-ballo, chi non costruisce ma pone divisione. Maria Maddalena, invece, con le sue compagne, ha tutta una Chiesa da costruire e da far nascere, così come ha fatto Maria Santissima il giorno della Pentecoste, giorno dell’ufficiale inizio della missione della Chiesa.
La Chiesa non si potrà mai costruire ascoltando chi vive e mette divisione, ma solo nell’ascolto umile ed obbediente degli “angeli” di Dio che, stando al libro dell’Apocalisse, sono coloro che guidano la Chiesa, il Papa, i Vescovi… di cui, le anime consacrate, sono le prime e dirette collaboratrici, secondo il Magistero…
In tutto il vangelo pasquale c’è il mistero rivelato dalla lettera apostolica di Giovanni Paolo II, la “Mulieris dignitatem”: “La donna si trova al cuore dell’evento salvifico”. Un mistero che abbiamo incarnato con lo Statuto della nostra Opera, un mistero non ancora del tutto compreso e realizzato… Un mistero che, spesso, è il vino nuovo che spacca gli otri vecchi…
La via per costruire la Chiesa del terzo millennio è ancora tutta da percorrere e il vangelo pasquale, oggi, mi dona la gioia di percepire tutta la grandezza della nostra chiamata: nella Chiesa del terzo millennio Dio ha voluto la nostra Opera in quell’ “Alba” pasquale che ha visto un gruppo di donne correre al sepolcro e poi da Pietro. Allora, e forse anche ora, l’annuncio delle donne fu solo un “vaneggiamento”, ma sono convinta che quelle donne, come non si fermarono di fronte alla “Chiesa del Sepolcro” ma seppero correre per cercare il Maestro risorto, così certamente non si saranno fermate di fronte alle derisioni e incomprensioni…
Carissime sorelle consacrate e madri, carissimi fratelli consacrati e padri custodi della donna come Giuseppe, è questo l’augurio pasquale che porgo a tutti voi e alla nostra Opera: lasciamoci alle spalle la “chiesa del Sepolcro” per ritrovare nell’alba della Resurrezione anche coloro (fossimo anche noi stessi!) che hanno rinnegato e tradito, e con la santa intraprendenza e il santo coraggio di Maddalena cerchiamo il Risorto nelle “cose nuove” che Dio sta preparando per noi e per la sua Chiesa. Ma anche, con la santa umiltà di Maddalena, che corse incontro a Pietro appena ebbe incontrato il Maestro, restiamo profondamente uniti e sottomessi ai nostri Pastori perché solo così ci sarà data la grazia di fermentare il “vino nuovo” che Dio vuole donare a ciascuno di noi, alla nostra Opera e, per mezzo nostro, alla sua Chiesa.
sorella Laura