mai più santo che ora! Come tacere di fronte a quello che sei stato e sei per tutta l’umanità!
Col cuore colmo di gioia e di speranza ripenso a questi giorni del tuo ultimo viaggio pastorale da questo mondo alla vita eterna e a questi anni in cui hai servito e guidato la Chiesa con dedizione ed amore totale fino alla completa identificazione con Gesù Cristo, dai discorsi alle folle fino al Calvario ed all’ascesa al cielo.
Gioia nel saperti “affacciato alla finestra della casa del Padre”, che ci guardi e ci benedici, come ha detto il card. Ratzinger , nell’immaginarti abbracciato teneramente a Maria che tanto hai amato ed alla quale ti sei completamente consacrato, nella beata visione della Divina Misericordia nella quale hai sempre confidato.
Speranza per la nuova primavera che la Chiesa sta vivendo grazie all’instancabile dono di te stesso nel senso più pieno e totale, per cui riecheggiano più vere che mai le parole di Gesù dal Vangelo di Giovanni: “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,23) “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a Me” (Gv 12,32). Tu “dolce Cristo in terra” le hai mirabilmente realizzate e fatte persona visibile nella tua carne umana.
Sono cresciuta nel tuo pontificato, beatissimo Padre. Avevo 16 anni quando ti ho visto per la prima volta nel 1979 a Pompei, in visita al Santuario della Vergine del S. Rosario che tanto amavi. Ricordo la grandissima emozione che, nel momento in cui capii che eri arrivato, mi fece gridare: “voglio vederlo, voglio vederlo!” Ero e sono alta come Zaccheo e non c’era nessun albero sul quale arrampicarmi, ma un paio di persone istintivamente stesero le braccia e mi sollevarono: così ti vidi, Padre Santo! Di questi anni ricordo a tua voce forte, potente, coraggiosa, il tuo sorriso, l’amore per tutti, i baci e gli abbracci ai bambini, malati, giovani, anziani, poveri. Nel seguirti a Napoli, Benevento, Loreto, Como, Bologna, più volte in Vaticano, alla GMG del giubileo a Tor Vergata, ad Ischia ed ancora in Vaticano, ti ho visto sempre più debole nel corpo ma più forte nello spirito, mentre la tua voce diventava più affaticata e flebile ma allo stesso tempo più pregnante di incisività e significato, fino alla suprema eloquenza del tuo silenzio.
Ora ho molti capelli bianchi, Padre santo, ma sono grata a Dio perché in questi anni mi ha fatto stare tra le folle che ti circondavano, mi ha dato la gioia di vederti proclamare beati, canonizzare santi, consacrare vescovi, ma soprattutto vivere il bagno di folle di giovani: c’ero quando ci chiamavi “sentinelle del mattino”, ci invitavi a non aver paura di essere santi, ci spronavi ad essere “sale della terra”, “luce del mondo”.
Ho detto “ci” perché hai insegnato a tutti che si è sempre giovani stando con i giovani. Sono un’insegnante, Padre santo, e in questi giorni lo sto sperimentando più che mai tra i miei allievi così desiderosi di condividere con me il senso di questo tempo di grazia coinciso con la tua gloriosa Pasqua. Gloria a Dio, Signore della storia, via, verità e vita: abbiamo ricevuto una meravigliosa testimonianza di Amore immenso e totale e il nostro cuore non può tacere!
Grazie, Signore, per la santità di Giovanni Paolo II, perché tutti Ti hanno potuto vedere nel suo volto sereno e sofferente, gioioso e dolente, per tutte le lacrime che ha asciugato, per tutto l’amore da lui donato, per tutti quelli che ha attirato e continua ad attirare a Te, per tutti i fiori che ha raccolto e raccoglierà per la Tua Chiesa, per tutte le grazie che con la sua dipartita da questo mondo hai riversato a piene mani sull’umanità.
Erede del tuo insegnamento, Padre Santo, ti chiedo di restarmi accanto, specialmente quando sono tra i giovani, perché possa raccontare loro com’è bello vivere, sperare e radicare la propria esistenza nell’amore a Cristo, unica vera risposta all’infinito desidero di felicità che tutti ci accomuna.
Ricordo di aver incrociato il tuo sguardo tra i pellegrini in piazza San Pietro il giorno dopo la canonizzazione di S.Josè Maria Escrivà de Balaguer. Era la festa della Madonna del S.Rosario, giorno del mio compleanno. Passavi a pochi metri da me ed ho visto i tuoi occhi chiari, due luminosi diamanti che brillavano di cielo e d’amore che guardavano i miei offuscati di pianto d’emozione.
Non li dimenticherò mai, beatissimo Padre, soprattutto adesso che sei sul miglior palco che potessi desiderare: da lassù ci potrai guardare tutti, nessuno escluso, tutti in uno sguardo panoramico che abbraccia la terra intera. Lì la giovinezza del tuo spirito e l’immensità del tuo amore vinceranno per sempre sul dolore e sulla morte del corpo. Lì ti cercheranno e ti troveranno sempre più persone che alzeranno in alto lo sguardo per contemplarti nella beatitudine eterna e nell’abbraccio di Cristo e di Maria.
Continua ad attirarci tutti a Cristo e grazie di esistere, grazie con tutto il cuore!