GESU’ SACERDOTE BUON
PASTORE
Quando
Gesù vede le folle allo sbando, come pecore senza pastore, si commuove per
loro. In effetti l’umanità, senza l’adesione alle parole del Signore, è come un
gregge allo sbando, in balìa di tante dottrine vane e perniciose che,
provenendo tutte dal cuore dell’uomo, non possono risolversi se non in un
fallimento, anche se un seme di verità è nascosto in esse, perché l’uomo è
frutto della Verità e dell’Amore di Dio. Quindi l’uomo non è una menzogna,
anche se il peccato di superbia rischia di assolutizzare quel briciolo di
verità che si trova in lui, e che dipende dalla Verità, con la lettera
maiuscola, che l’ha creato. Ma alle volte questa luce diventa tenebra, e quanto
può essere grande questa tenebra! Dio, luce senza macchia, e questa luce che
brilla nel cuore dell’uomo come l’espressione della Verità soprannaturale,
devono collimare, perché non possono restare separate. Perché? Perché Dio ama
il mondo, ama l’uomo, e questo Amore di Dio ricerca l’oggetto del suo Amore,
che è l’uomo. Ed ecco allora che Dio, come un Pastore, raccoglie le Sue
pecorelle e va loro incontro: Dio visita l’umanità! E la visita non solo con i
prodigi ed i segni, ma anche con le parole. L’insegnamento, dunque, è quel
rivelarsi e riversarsi di Dio nelle menti e nei cuori degli uomini.
L’insegnamento divino è luce di fede, è luce di speranza, è luce di vita
eterna, perché le parole del Signore sono parole di vita eterna! Ed ecco che si
verifica l’unione tra la Sempiterna luce di Dio e quella della ragione creata
da Dio nella mente dell’uomo: quando l’uomo e Dio fanno comunione, allora si
entra nella luce, e la luce entra dentro di noi: l’Eterno e il tempo si
coniugano, si sposano; Dio e l’uomo si sposano, diventano una sola cosa; la
terra diventa sposata. E dunque il “ gregge senza pastore” è anche simbolo di
questa umanità razionale che brancola nelle vie della terra: il Signore la
raggiunge spesso, invece, per via di mare, e cioè attraverso le acque
della storia che confluiscono nei secoli, nei tempi, tra i popoli.
Questo incontro
tra la ragione umana e la ragione divina, eterna, ha un unico scopo: quello,
cioè, di far sì che l’opera di Dio, l’opera dell’Eterno giunga a compimento, in
quanto la creazione è ancora in evoluzione. L’opera della perfezione e del
perfezionamento (“siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro che è nei
Cieli) è ancora in atto. Questa evoluzione, questo perfezionarsi, è un cammino
che Dio e la creatura devono ancora compiere insieme. Se c’è divisione tra
pastore e gregge, possiamo dire che a Dio viene meno una ragione per la
definizione del Suo atto creaturale. E allora abbiamo bisogno di comprendere
che, per raggiungere questa perfezione dell’umanità, dobbiamo collaborare,
ciascuno dal canto suo, e tutti insieme, ad andare incontro al Pastore delle
nostre anime, Gesù Cristo. Andare incontro a Gesù Cristo per via di terra, ma
anche per via di mare, attraverso quella che è ormai una universalità. Quando
parliamo di globalizzazione, parliamo di una globalità, di una totalità: per un
verso o per l’altro, dobbiamo instaurare con il Pastore una comunione che si
compie nell’obbedienza al Signore ed ai pastori che Egli ha donato. Il Pastore,
allora, diventa la ragione soprannaturale che viene offerta, l’acqua viva per
le pecorelle. Ma dal canto loro le pecorelle devono essere disponibili a
recepire, proprio per mezzo dell’obbedienza, la grazia della fede ed i doni
stessi che il Pastore porta con Sé, cioè la vita spirituale e la vita eterna.
Quindi Gesù si
commuove perché ama il gregge, ama questa umanità perché la vede allo sbando,
la vede senza pastore, come un gregge che si smarrisce. Quindi, ritorniamo al
Buon Pastore con l’obbedienza, ritorniamo a colui che Cristo ha voluto come
segno della Sua presenza, il Papa, ritorniamo ai Vescovi, ai Sacerdoti;
collochiamo la loro presenza in una visione soprannaturale di Grazia, di
rispetto e di obbedienza. Ma dobbiamo anche ricordare che, se per un verso Gesù
è la Porta, anche della Madonna diciamo “Porta del cielo”. Perché se in effetti
Gesù è venuto in mezzo a noi, è venuto attraverso questa Porta, che si è
dischiusa all’umanità: il Verbo si è fatto carne nel grembo della Vergine
Madre. E’ uscito da questa Porta umana attraverso la quale pure noi possiamo
essere rigenerati per rinascere a vita nuova. Maria, la Madre di tutti i
viventi, è Colei che incarna in modo totale, in modo eminente, e in modo anche
simbolico, tutta quanta la pienezza della realtà ecclesiale. Pur essendo una
parte della Chiesa, Maria SS. la rappresenta come simbolo, come modello
essenziale. In Lei si trova tutta la Chiesa, pur partecipando alla Chiesa, come
Gesù rappresenta tutto il corpo, pur essendo il capo della Chiesa. E i Padri
aggiungono che Maria SS. è Colei che collega il Capo alle membra, per cui non
c’è grazia che venga al corpo se non attraverso la Madonna.
Torniamo dunque
ai pascoli ubertosi della Parola di Dio, ai Suoi insegnamenti che configurano
la Chiesa come un mistico ovile in cui chi sta dentro si trova al sicuro perché
“ il Signore è il mio pastore, e non manco di nulla”. E allora il Buon Pastore
guida il Suo gregge, anzi lo precede mediante la Sua Parola e la Sua voce che
penetrano nelle profondità del nostro spirito, laddove si colloca il “sì” e il
“no”, la compiacenza con Dio o il dispiacere di appartenerGli, la gioia della
luce di verità oppure le tenebre angosciose di chi si allontana da Lui. Dunque
è lì che si colloca la Parola: una Parola splendida, luminosa, una Parola
creatrice e ricreatrice. E l’anima scaturita dalle mani del Verbo
riconosce questa Luce, riconosce questa Voce che tratteggia un Volto
misericordioso, buono, semplice, paterno, filiale, dolce, docile,
mansueto, accogliente, delicato, con una Parola che tocca le profondità del nostro
essere. Il Buon Pastore conosce le Sue pecorelle, ed esse conoscono Lui. Questo
conoscere è l’intimità più profonda che ci unisce all’Amore di Cristo, al Suo
Spirito, al Suo Cuore di Padre. Una coniugalità che fa dei due una cosa sola,
come Gesù ha detto: Io in voi, voi in Me, affinché siamo una cosa sola!
Padre Giuseppe