In una giornata calda d’estate, vedo scorrere da una fontana vedo dell’acqua chiara, pura, fresca. M’inebrio di quest’acqua che mi riporta all’acqua della Vita, che mi disseta, alla sorgente che zampilla per la vita eterna, all’acqua che irriga la mia terra, la mia umanità, per produrre frutti, uno spirito nuovo, un cuore nuovo. Sollevo gli occhi al cielo per guardare Colui che ha amato tutto di noi, anche le nostre debolezze, che ha amato i suoi stessi nemici, coloro che non avevano e non hanno capito il grande dono della Redenzione.
Seguiamo nell’umiltà l’esempio di Gesù che ci invita a rimanere nel suo amore e di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati (cfr. (Gv 15, 9-12). Il vero aiuto all’uomo passa per il cuore di Gesù: amare i fratelli, il creato con l’esercizio della carità di Cristo, vedere la presenza di Dio nella creazione, nell’immensità del mare, nel cinguettio di un passero, nella bellezza di un fiore, nel dono della vita, nella nascita di un bambino, anche se malato, deforme, ma pur sempre immagine di Dio. Non sempre attraverso la scienza capiamo il perché di certe deformazioni, ma sempre possiamo capire, attraverso il nostro cuore, che anche la persona malata, deforme ha bisogno del nostro amore. Accettiamo tutto come volontà di Dio, Egli ha dato a noi non tanto il campito di sapere quanto quello di amare. A volte sento parlare di mamme che fanno del loro grembo una tomba per il proprio figlio, quella creaturina, che aveva fiducia nella mamma che l’avrebbe difeso, viene rifiutato perché malato. L’amore parte dal grembo materno, che dà la vita, qualunque sia il motivo, l’aborto è un crimine contro l’umanità, si uccide un innocente, un figlio, un nostro fratello, è nostro dovere difendere la vita. Dobbiamo seguire la logica di Dio e non quella degli uomini, guide cieche, che non conoscono il vero bene dell’uomo e conducono altri su strade sbagliate. Cerchiamo l’alleanza con Dio, vinciamo il male con il bene, con la carità, conducendo i nostri fratelli alla preghiera, dando il perdono, compiendo opere di misericordia. Il demonio ci illude e ci alletta con la sapienza di questo mondo, facendoci credere che gli onori, la cultura, i titoli, le ricchezze siano importanti per la nostra vita, ma tutte queste cose sono stoltezza davanti a Dio e non danno una pace duratura al nostro cuore. Dio volge lontano lo sguardo dai superbi, ma ama l’umile, il semplice, chi in Lui confida, Dio guarda il cuore, l’interiorità non l’esteriorità.
Come la vedova al tempio che da tutto quello che ha, anche noi presentiamoci al Signore non con il superfluo ma con le mani piene di opere di misericordia. Amiamo i fratelli con il cuore, con i fatti non a parole, doniamo con gioia senza inganni, doppi fini, educhiamoci e educhiamo a lavorare, a guadagnarci il pane senza essere di peso a nessuno e in tutta onestà, non dimenticandoci mai dell’affamato, esercitiamoci nella pazienza con i propri familiari, con gli amici, nell’ambiente di lavoro, sopportarci a vicenda, cuciniamo con amore, doniamo un piatto caldo con gioia ai poveri in modo che anche essi abbiano da ringraziare Dio per il bene ricevuto. Difendiamo la pace del focolare domestico. L’apostolo Paolo ha dato un ineguagliabile quadro della carità: ”La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità, tutto copre, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor.13,4-7). Laura Mazzeo