Il
6 Settembre 2009 presso la
Casa SS Salvare si è svolto il XXIII convegno della nostra Opera per le famiglie. Il tema trattato è stato : “Dialogo
interreligioso tra cattolici e islamici: quale modello di famiglia?. I relatori
, Padre Edoardo Scognamiglio Ofm, esperto in islamismo, docente universitario
presso le Facoltà di S:Tommaso di Napoli; S. Bonaventura e Urbaniana di Roma
e Andrea Narduzzi, docente di Lettere classiche e Storia dell’Arte, hanno
saputo sviluppare il tema appassionando noi
uditori. Cercheremo di fare una sintesi delle relazioni. E’ importante formarci
e formare al dialogo e al dialogo interreligioso, imparando a superare i
pregiudizi che ciascuno di noi ha verso
l’altro. Le diversità, le differenze non sono mai una minaccia ma un
arricchimento per noi. La comunicazione deve essere reale non virtuale ossia
deve essere una comunicazione interpersonale, il dialogo stesso è in primis una
relazione interpersonale attraverso la parola
o meglio “attraverso e oltre la parola” entro in comunicazione con
l’altro. La società in cui viviamo ci rende sempre più spettatori della
realtà, veniamo a conoscenza tramite i
mass-media di fatti che ci lasciano un senso di impotenza e frustrazione perché
ci sentiamo incapaci di intervenire, reagire e cambiare la realtà appresa.
Viviamo in una società liquida ossia è
una società che ci obbliga a cambiare continuamente significato alla vita, ai
valori, alle tradizioni, in questa società sopravvive chi sa adeguarsi ai cambiamenti o addirittura
sa anticiparli, l’amore non
è più un progetto di coppia ma un’emozione, un’esperienza che può essere
vissuta per un giorno, per un mese o
fino a quando non voglio più stare con l’altro. La nostra è una società di
consumo, oggi viviamo una confusione tra il bisogno di essere e i bisogni della
vita, siamo persone sempre alla ricerca di soddisfare i nostri bisogni reali o
presunti. Il dialogo tra le religioni ci obbliga a riscoprire i valori
fondamentali per l’uomo, tra i quali la famiglia e l’amore, non liquido ma
solido ossia fatto di fedeltà. Il nostro incontrarci oggi è un’esperienza concreta di dialogo perché
vogliamo incontraci e confrontarci per
crescere nella comunione. Perché ci sia
dialogo dobbiamo essere comunità che sanno creare spazi locali di comunione, che possono diventare
luoghi di crescita e di esperienza concreta . Il dialogo interreligioso diventa
una grande proposta e una grande sfida del terzo millennio perché ci invita ad
incontrarci e a confrontarci in un
luogo, noi abituati a vivere in “non luoghi”, impersonali e anonimi come le
sale di attesa, i grandi centri commerciali. Il dialogo ci invita ad aprirci
per incontrare l’altro, che non è diverso da me ma ha una sua alterità. Oggi
educare un bambino ad essere cristiano è ben diverso di venti anni fa, perché deve essere educato
a fare delle scelte cristiane in un contesto interreligioso, e se non viviamo
da cristiani è molto più difficile perché viviamo in una condizione
socio-culturale diversa. Un errore da evitare quando ci si confronta con una
persona di cultura diversa dalla nostra
è quello di volerla comprendere con le nostre categorie, occorre la
sospensione di giudizio e cercare di conoscere l’altra cultura per capire i comportamenti di chi ci sta di
fronte, non si deve pretendere di capire l’altro a partire dalle proprie
categorie, l’incontro deve essere partecipante e sempre nel rispetto delle
proprie identità. L’Islam è un
fenomeno complesso, è “un arcipelago”, non esiste un solo
islam, quello violento, ma diversi volti
dell’islam (moderato, europeo, occidentale) come esistono diversi volti del
cristianesimo. I matrimoni tra cristiani e musulmani sono da sconsigliare
perché troppe sono le differenze culturali, giuridiche, religiose, o comunque
occorre molto discernimento.Anche se le divergenze sono molte non per questo si
deve rinunciare al dialogo, che è parte essenziale della missione della Chiesa.
Guai se pensiamo di essere la verità, se pensiamo che la verità sia il fine
delle cose, diamo spazio alle guerre, quando il cristiano presume di essere la verità, tradisce Dio
perché Dio è la verità e “la verità è la forma storica che l’Amore si è dato nel tempo”. Anche Cristo ha posto la verità a servizio
della vita quando ha detto : “ Io sono la via , la verità e la vita” . Il fine
ultimo della nostra vita non è la verità ma l’amore, la riconciliazione. Bisogna dire la verità che non è una clava da
lanciare per colpire l’altro ma è strumento
per la riconciliazione; se la verità diventa il fine di tutte le cose si
cade nel totalitarismo, nel fondamentalismo che può essere cristiano,
musulmano, induista. E’ necessario è che lo
Stato sia laico, nel significato nobile del termine, in una società multietnica
lo stato non può avere una connotazione religiosa ma deve essere garantire i
diritti per tutti, rispettando in primis i diritti fondamentali
della persona umana iscritti nella legge morale naturale, che ogni uomo ha
dentro di sé, a partire dalla libertà religiosa, dalla dignità della persona
umana, dalla reciprocità. La laicità, non il laicismo, non è in contrasto con il Vangelo, e i valori
della laicità non sono in contraddizione con i valori del Vangelo. Il mondo
laico potrebbe essere una spina per il mondo islamico e alla luce della ragione
e dei valori della persona umana non abbiamo nulla da temere se saremo
testimoni autentici dei valori in cui crediamo. Il Convegno si è concluso con la S.Messa presieduta da P.Giuseppe
nutrendoci della Parola e del Pane di vita che ci dona la forza e il coraggio di testimoniare la
nostra appartenenza
a Cristo.
Ringraziamo i relatori per la loro chiarezza e semplicità
esplicativa, ringraziamo il Sindaco di Oliveto Citra che con la sua presenza e il suo intervento
ha mostrato vivo interesse per quelle
che sono le problematiche attuali della
nostra società multietnica, ringraziamo Giusy, Celeste, Stefania per l’aiuto
nell’animazione dei ragazzi, ringraziamo Cosimo e Cosimina per la torta che
abbiamo gustato a fine convegno, ringraziamo tutti coloro che hanno
partecipato, nonostante le difficoltà logistiche per raggiungerci e soprattutto
ringraziamo Gesù e Maria per averci
donato una giornata di serenità e di
pace.
P.S.
Chi è interessato alle rel
azioni può farne richiesta alla nostra redazione o per posta
elettronica