Fondatrice dell'Ordine Brigidino di S. Salvatore. Nata pare nell'anno 1303 nel castello di Finsta in Uplandia (Svezia) e morta il 23 luglio 1373.
Le fonti della sua biografia sono costituite, in primo luogo, dei suoi propri scritti, da :"vita S. Brigittae" di Bertholdus, monaco dell'Ordine brigidino del 400 riprodotta negli Acta S.S, e così pure una biografia in versi "vita Metrica S. brigittae" di autore anonimo.
S. Brigida vantava una ascendenza aristocratica essendo figlia di una delle più eminenti personalità del suo tempo, il potente governatore di Uplandia Birger Persson e di Ingeborg Bengtsdotter, della vecchia stirpe reale dei Folkunghi. La famiglia della madre era molto conosciuta per la sua profonda religiosità ed il castello di Finsta, dove Brigida visse con i genitori fino all'età di 12 anni, quando le morì la madre, era un centro di alta cultura pia e religiosa, con forti tendenze in misticismi, che non mancò di esercitare sulla formazione del suo carattere, una decisiva influenza. A soli 10 anni Brigida ebbe la sua prima conversazione con Cristo e già da giovane mostrava un vibrante entusiasmo per l'ascetismo.
Dopo la morte della madre fu mandata presso una sua zia, Ingrid, moglie del gran cancelliere del regno Kunt Jonsson per perfezionare l'educazione. Nel 1318 sposò per ragioni politiche il diciottenne Ulf Gudmarson divenuto in seguito governatore di Ostrogotia e la giovane coppia prese dimora al castello di Ulvàsa. Il marito, anch'egli di parentela reale aveva un carattere mite e piuttosto debole e durante il matrimonio, dal quale nacquero 4 figli e 4 figlie, un altro lato del carattere di S. Brigida ebbe modo di svilupparsi e risaltare: la ferrea volontà, la sua pratica energia, la sua indomabile tenacia.
La sua vita fu divisa tra l'amministrazione dei suoi considerevolissimi beni, tra un'alta carica di corte - nel 1335 venne chiamata quale prima dama di corte dalla regina Bianca di Namur, sposa del re Magnus - e tra i suoi doveri di sposa e di madre. La vita di corte la mise in diretto contatto con la travagliata vita politica del tempo ed ordinò in lei un vivo interesse per la politica europea, interesse che mantenne per sempre.
Al centro della sua vita, però, rimase indiscutibilmente la religione. Chiamò a Ulvàsa il primo teologo svedese del suo tempo, il canonico di Linkoping, Magister Matthias, quale confessore e consigliere personale in materia di religione. Attraverso il suo insegnamento prese conoscenza della letteratura religiosa mistica ed apocalittica contemporanea che ebbe gran parte della sua formazione spirituale. Accanto a tale studio, la letteratura della S. Scrittura e delle opere di S. Bernardo di Chiaravalle contribuirono a perfezionare la sua educazione religiosa. Raccoglieva intorno a sé anche altri maestri di teologia come Nicolaus Hermanni, educatore dei figli ed in seguito vescovo di Linkoping, il priore del monastero di Alvastra, Petrus e l'abate dell'Istituto di S. Spirito di Skanninge.
Ulvàsa divenne in tale modo un vero centro della vita religiosa svedese del tempo e godeva chiara fama di alta dottrina e generosa beneficenza.
Intorno all'anno 1340 Brigida lasciò il suo ufficio a corte per ragioni politiche - apparteneva decisamente all'opposizione aristocratica contro le tendenze totalitarie del monarca - ma anche e soprattutto per dedicarsi più interamente agli studi ed alla religione. Assieme al marito fece un pellegrinaggio a S. Giacomo di Compostela in Spagna, negli anni 1341-43. Attraversando la Germania e la Francia, colse l'impressione viva delle grandi questioni politiche religiose del tempo, e cioè la guerra spietata tra Francia e Inghilterra, la lotta tra il Papa e l'imperatore e la conseguente "prigionia babilonica" del Papa ad Avignone, impressioni che in seguito la ispirarono nelle sue varie attività che le diedero esperienza diretta e personale delle necessità spirituali e materiali dell'Europa sconvolta. Prese anche contatto con l'ordine religioso Fontevaldese, una fondazione di regola benedettina molto diffusa in Francia, frequentato dall'alta nobiltà e con abbadesse, sovente, di sangue reale. I monasteri fontevaldesi comprendevano monache organizzate nel medesimo convento ma in due separate clausure, e pare fuori dubbio che sia stata tale organizzazione ad ispirare S. Brigida nella fondazione del suo proprio ordine. Al ritorno in Svezia, il marito si ammalò gravemente e morì poco dopo il rimpatrio, nel 1344.
Quest'anno rappresenta nella vita di S. Brigida una data assai significativa. Lasciò Ulvasa e prese dimora vicino al monastero cirstencense di Alvastra dove ricevette la prima di una lunga serie di rivelazioni religiose. Tali rivelazioni le giungevano generalmente in uno stato di estasi e dopo il suo risveglio le scriveva essa stessa o le dettava in svedese al suo confessore, il quale ne curava in seguito la traduzione in latino. Secondo il contenuto della prima rivelazione, Cristo l'aveva chiamata sua sposa e l'aveva scelta quale strumento per avviare gli uomini alla strada di cristiana rettitudine. Nelle rivelazioni successive si indirizzava violentemente contro il malcostume del tempo e specialmente contro la vita di corte del Magnus, cercava anche di ristabilire la pace tra Francia ed Inghilterra mediante messaggi divini e di indurre il Papa a far ritorno a Roma. Fu in questi anni che S. Brigida concepì l'idea di fondare un nuovo ordine religioso chiamato S.Salvatore, la regola del quale le fu dettata in una delle rivelazioni. Intanto le cominciarono a pervenire cospicue donazioni e nel 1346 il re, nel suo testamento, donava il Castello di Vadstena con annesse vaste terre per futuro convento. Per ricevere la sanzione del Papa alla sua regola, si recò a Roma nel 1349 ove giunse con grande seguito nell'anno santo 1350. Prese probabilmente dimora nella casa di Francesca Papazura al Campo Marzio, in seguito lasciata al convento di Vadstena quale "hospitale S. Brigittae de Regno Sueciae" per pellegrini svedesi, ed ultimamente passata in possesso delle nuove suore di S.Brigida, una rifondazione modificata dell'Ordine originale (1911). La casa con relativa Chiesa e Cappella si trova in Piazza Farnese 96, dove le celle di Santa Brigida e di sua figlia Caterina si possono ancora visitare.
Nel 1370 ricevette da Papa Urbano V la sanzione della sua regola con qualche riserva. La regola fu confermata da Urbano VI e nel 1378 l'ordine, durante il suo più fecondo e rigoglioso periodo, sembra aver avuto una settantina di monasteri sparsi in tutta Europa.
Raggiunta la meta tanto agognata S. Brigida si recò in pellegrinaggio in Terra Santa all'inizio del 1372. Tornata a Roma l'anno successivo rovinata nella salute, vi morì il 23 luglio 1373. Le sue spoglie mortali furono trasportate alla sua Vadstena. Già nel 1379 incominciava, con il favore dei papi Gregorio XI e Urbano VI, il processo per la sua canonizzazione finito positivamente il 7 ottobre 1931
LE QUINDICI ORAZIONI RIVELATE DA NOSTRO SIGNORE A SANTA BRIGIDA
Poiché da lungo tempo Brigida desiderava sapere il numero delle percosse che nostro Signore ricevé nella sua Passione, un giorno le apparve dicendole: "Io ricevetti nel mio corpo 5480 colpi; se li volete onorare con venerazione direte quindici Pater e quindici Ave, con le seguenti Orazioni, per lo spazio di un intero anno: terminato che sarà l'anno, voi avrete salutato ciascuna delle Piaghe". Aggiunse inoltre che chiunque dirà queste Orazioni, durante l'anno libererà quindici anime dei suoi congiunti dal purgatorio, quindici giusti tra i suoi stessi parenti saranno confermati e conservati in grazia, e quindi peccatori tra essi saranno convertiti.
La persona che devotamente le dirà, avrà i primi gradi di perfezione, e quindici giorni prima della sua morte il Signore le darà il suo prezioso Corpo affinché per mezzo di quello sia liberato dalla fame eterna; le darà il Suo prezioso Sangue, acciò non abbia sete eternamente; e quindici giorni prima della sua morte essa avrà un'amara contrizione di tutti i suoi peccati, ed una perfetta conoscenza dei medesimi.
ORAZIONE I .
O Signore Gesù Cristo, eterna dolcezza di coloro che ti amano, giubilo che trapassa ogni gioia ed ogni desiderio, salute ed amore di coloro che si pentono, ai quali dicesti "le mie delizie sono con i figlioli degli uomini", essendoti fatto uomo per loro cagione ricordati di quelle cose che ti mossero a prendere la carne umana e di quello che sopportasti dal principio della tua incarnazione fino al salutifero tempo del tuo patire, ab aeterno ordinato nella mente di Dio. Ricordati del dolore che come affermi tu stesso, ebbe l'anima tua, quando dicesti: "mesta è l'anima mia fino alla morte"; e quando nell'ultima cena che tu facesti ai tuoi discepoli, dando loro per vivanda il corpo e sangue tuoi, lavando i loro piedi ed amorevolmente consolandoli predicesti la tua imminente Passione. Ricordati del tremito, dell'angustia e dolore che sopportasti nel Santissimo Corpo, prima di andare sul patibolo della Croce, quando dopo l'avere tu fatto tre volte orazione al Padre, pieno di sudor di sangue, ti vedesti tradito da uno dei tuoi discepoli, preso dal tuo popolo eletto, accusato da falsi testimoni, iniquamente da tre giudici condannato a morte, nel più solenne tempo della Pasqua, tradito, burlato, spogliato dei tuoi vestiti, percosso nella faccia, con gli occhi bendati, legato alla colonna, flagellato e coronato di spine.
Concedimi adunque, ti prego dolcissimo Gesù, per le memorie che serbo di queste pene, prima della mia morte, sentimenti di vera contrizione, una sincera confessione e remissione di tutti i miei peccati, Ave, dolcissimo Gesù Cristo, abbi misericordia dei miei peccati.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE II
O Gesù, vera letizia degli angeli e Paradiso di delizie, ricordati degli orribili tormenti che provasti, quando i nemici tuoi, come ferocissimi leoni, avendoti circondato con schiaffi, sputi, graffi ed altri inauditi supplizi, ti lacerarono; e per le ingiuriose parole, per le aspre percosse e durissimi tormenti, con i quali i nemici tuoi t'afflissero, io ti supplico che voglia liberarmi dai miei nemici così visibili come invisibili, e concedi che sotto l'ombra delle ali tue io ritrovi la protezione dell'eterna salute. Amen. Ave, dolcissimo Signor Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE III
O Verbo incarnato. Onnipotente creatore del mondo, che sei immenso, incomprensibile e puoi racchiudere l'universo nello spazio di un palmo, ricordati dell'amarissimo dolore che sopportasti quando le santissime tue mani e piedi furono confitti con chiodi acuminati sul legno della croce. Oh! Qual dolore provasti, o Gesù, allorché i perfidi crocifissori dilaniarono le tue membra e sciolsero le congiunture delle tue ossa, tirarono il tuo corpo per ogni verso, a loro piacere.
Ti prego per la memoria di così fatti dolori sopportati da te sopra la croce, che tu mi voglia concedere ch'io ti ami e tema quanto si conviene. Amen
O dolcissimo Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE IV
Gesù Celeste Medico, ricordati delle sofferenze e dei dolori che sentisti nelle tue lacerate membra, mentre si levava in alto la croce. Dai piedi alla testa eri tutto un cumulo di dolori; e nondimeno ti scordasti di tanta pena, e porgesti pietosamente preghiere al padre per i nemici tuoi dicendo: "Padre, perdona a coloro, perché non sanno quello che fanno".
Per questa smisurata carità e misericordia e per la memoria di questi dolori concedimi di ricordarmi della tua amatissima Passione, affinché essa mi giovi per una piena remissione di tutti i miei peccati. Amen.
O dolcissimo Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE V
Rammentati, o Gesù, specchio di eterna chiarezza, dell'afflizione che avesti quando, veduta la predestinazione di quelli eletti che, mediante la Tua Passione, dovevano salvarsi, prevedesti ancora che molti non ne avrebbero profittato. Pertanto ti chiedo per la profondità della misericordia che mostrasti non solo nell'aver dolore dei perduti e disperati, ma nell'adoperarla verso il ladrone quando gli dicesti: "Oggi sarai meco in paradiso", che tu voglia pietoso Gesù, adoperarla sopra di me al punto della mia morte. Amen.
O dolcissimo Signore Gesù Cristo abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE VI .
O Gesù Re amabile, ricordati del dolore che provasti, quando nudo e miserabile pendesti in Croce, senza avere, fra tanti amici e conoscenti che t'erano d'intorno, chi ti consolasse, eccetto la tua diletta Madre, alla quale raccomandasti il discepolo prediletto, dicendo: "Donna, ecco il tuo figliolo; ed al discepolo: ecco la tua Madre".
Fiducioso ti prego, pietosissimo Gesù, per il coltello del dolore che allora le trapassò l'anima, che tu abbia compassione di me nelle afflizioni e tribolazioni mie così del corpo come dello spirito, e mi consoli, porgendomi aiuto e gaudio in ogni prova ed avversità. Amen.
O Signore mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE VII
O Signore, Gesù Cristo, fonte di dolcezza inestinguibile che mosso da intimo affetto di amore, dicesti in Croce: "Io ho sete, cioè desidero sommamente la salute del genere umano", accendi, ti preghiamo, in noi il desiderio di operare perfettamente, spegnendo del tutto la sete delle concupiscenze peccaminose e il fervore dei piaceri mondani. Amen.
O Signore mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE VIII
O Signor Gesù Cristo, dolcezza dei cuori e soavità grandissima delle menti, fa grazia a noi miseri peccatori, per l'amarezza dell'aceto e del fiele che per noi gustasti nell'ora della tua morte, che di ogni tempo, specialmente nell'ora del morire nostro, noi ci possiamo cibare del Corpo e Sangue tuo non indegnamente, ma in rimedio e consolazione delle anime nostre. Amen
O Signore mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE IX
O Signore Gesù Cristo, giubilo della mente, ricordati dell'angustia e dolore che patisti quando per l'amarezza della morte e l'insulto dei Giudei gridasti al Padre tuo: "Eloi, Eloi, lamma sabactami; cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Per questo ti chiedo che nell'ora della mia morte tu non mi abbandoni. Signore mio e Dio mio. Amen.
O Signor mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE X
O Signor Gesù Cristo, principio e termine ultimo del nostro amore, che dalla pianta dei piedi fino alla cima del capo ti sommergesti nel mare dei patimenti ti prego, per le larghe e profondissime tue piaghe, che mi voglia insegnare ad operare perfettamente con vera carità nella legge e nei precetti tuoi. Amen. O Signor mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE XI
O Signor Gesù Cristo, profondo abisso di pietà e di misericordia io ti domando, per la profondità delle piaghe che trapassarono non solo la carne tua e le midolla delle ossa, ma ancora le più intime viscere, che ti piaccia sollevare me, sommerso nei peccati e nascondermi nelle aperture delle tue ferite. Amen. O Signor mio dolcissimo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnate ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE XII
O Gesù Cristo specchio di verità, segno d'unità e legame di carità, abbi in mente le innumerevoli ferite di cui fu ricoperto il tuo corpo, lacerato dagli empi Giudei e imporporato del tuo stesso preziosissimo Sangue. Scrivi, di grazia, con quello stesso Sangue nel cuore mio le tue ferite, affinché, nella meditazione del tuo dolore e del tuo amore, si rinnovi in me ogni giorno, il dolore del tuo patire, si accresca l'amore, ed io perseveri continuamente nel renderti grazie sino alla fine della mia vita, cioè fino a quando io non verrò da te, pieno di tutti i beni e di tutti i meriti che ti degnasti donarmi dal tesoro della tua Passione. Amen.
O dolcissimo Signor mio, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE XIII
O Signore Gesù Cristo, Re invittissimo ed immortale, rammentati del dolore che sentisti quando, essendo tutte le forze del Corpo e del Cuore tuo venute meno, inchinando il capo dicesti: "Tutto è compiuto". Perciò ti prego con tale angustia e dolore, che tu abbia misericordia di me nell'ultima ora della mia vita, quando sarà l'anima mia turbata dall'ansia dell'agonia. Amen.
O dolcissimo Signor mio, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave
ORAZIONE XIV
O Gesù Cristo, Unigenito dell'altissimo Padre, splendore e figura della sostanza Sua, ricordati dell'umile preghiera con la quale raccomandasti lo spirito tuo dicendo: "Padre, raccomando nelle tue mani lo spirito mio". E dopo, piegato il capo e aperte le viscere della tua misericordia per riscattare, esclamando mandasti fuori l'ultimo respiro. Per questa preziosissima morte ti prego, Re dei Santi, che mi faccia forte nel resistere al diavolo, al mondo ed alla carne, affinché morto al mondo, io viva a te solo, e tu riceva nell'ultima ora della mia vita lo spirito mio, che dopo lungo esilio e pellegrinaggio desidera di ritornare alla sua patria. Amen.
O dolcissimo Signor Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnate ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
ORAZIONE XV
O Signor Gesù Cristo, vera e feconda vita, ricordati dell'abbondante effusione del sangue tuo, allorché piegato il capo sulla Croce, il soldato Longino ti squarciò il costato da cui uscirono le ultime gocce di sangue ed acque. Per questa amarissima Passione ferisci, ti prego, dolcissimo Gesù, il cuor mio, affinché, giorno e notte io versi lacrime o penitenze di amore: convertimi totalmente a te perché il mio cuore sia perpetua abitazione di te e la conversione mia ti piaccia e ti sia accetta, ed il termine della mia via sia lodevole, per lodarti insieme con tutti i Santi in eterno. Amen.
O dolcissimo Signor Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.
PREGHIERA
O Signor mio Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, accetta questa preghiera con lo stesso sviscerato amore col quale sopportasti tutte le piaghe del tuo Santissimo Corpo; abbi di noi misericordia, ed a tutti i fedeli, vivi e defunti, concedi la tua misericordia, la tua grazia, la remissione di tutte le colpe e pene, e la vita eterna. Amen.
Vicarius Generalis
L. Muscari
Imprimatur
Hydrunti 7 januari 1918