Cosa mi ha colpito di più di Praga? Le tante e bellissime chiese,
alcune anche molto vicine tra loro, segno di una grande, millenaria tradizione
cristiana che non ci aspetteremmo di scoprire in un paese dell’est europeo.
Tante chiese che quasi si ha
l’impressione di stare a Napoli. Ci sarebbe davvero tanto da raccontare
e dovendo scegliere, vi parlerò della devozione alla Madonna, a Gesù Bambino e a S.
Giovanni Nepomuceno, un santo boemo di cui è
interessante approfondire la conoscenza.
Maria Santissima a Praga, oltre che
nella famosa cattedrale di Tyn, nel cuore della città
vecchia (Stare Mesto), è venerata nel Santuario di Loreto, particolarmente caro
ai praghesi e meta di molti pellegrini. Il complesso del santuario, in stile
barocco, è sormontato da un campanile il cui carillon, costituito da 27
campanelle, intona, alle ore intere, melodie di inni mariani ogni volta
diversi. Superato l’ingresso, proprio sotto il campanile, appare allo sguardo
la ricostruzione della Santa Casa della Vergine Maria che gli angeli portarono
in volo a Loreto, nelle Marche, circondata da un chiostro coperto,
corrispondente alle mura perimetrali del complesso,
con affreschi che ricordano luoghi di apparizioni mariane e meta di
pellegrinaggi in tutto il mondo e cappelle dedicate a vari santi. Nella Santa
Casa, dietro una grata in argento, la venerata immagine della Vergine Maria. Dietro, la cappella
dedicata alla Natività, quando il figlio di Dio, incarnatosi in Lei per opera
dello Spirito Santo all’annuncio dell’angelo, si fece visibilmente uomo
nascendo a Betlemme. Nella pala dell’altare Maria appare in piedi, con le
braccia incrociate sul petto, mentre Gesù è adagiato per terra, avvolto in
alcuni panni.
Nessun altro elemento caratteristico
della natività, quasi a voler incentrare il mistero salvifico nel suo “sì” a
diventare madre del Verbo incarnato. Al piano superiore si trova il museo del
tesoro del santuario con oggetti sacri di particolare valore, tra cui un
ostensorio decorato con ben 6222 diamanti. Dalla Madre al Figlio,
Gesù Bambino, che Praga custodisce nella Chiesa di S. Maria della Vittoria, a Mala Strana, retta
dai padri carmelitani scalzi. Si tratta
di una statua del Bambinello alta
Uno dei simboli di
Praga è il Ponte Carlo, sul fiume Moldava, che collega la città vecchia (Stare
Mesto) alla città bassa (Mala Strana), ornato di circa 30 statue di santi, sul quale si sono svolte molte vicende, spesso violente, della
storia della capitale Ceca. Nella notte del 16 maggio 1393, vigilia
dell’Ascensione, tra
il sesto e il settimo pilastro del ponte, fu gettato il corpo di s. Giovanni Nepomuceno, torturato ed ucciso per ordine del re Venceslao IV. Il santo, canonico della cattedrale di s.
Vito e predicatore di corte, era anche confessore e direttore spirituale della
regina Giovanna di Baviera, donna piissima ed esempio di grande virtù che
trascorreva molte ore al giorno in meditazione davanti al Santissimo
Sacramento. Il re Venceslao, tormentato dalla gelosia
e dal sospetto di tradimento da parte della moglie, cercò in vari modi di
trovare il pretesto per farsi rivelare dal santo confessore la conferma dei
suoi sospetti. Un giorno, adirato perché gli era stato servito un arrosto non
perfettamente cotto, il re minacciò di far arrostire il cuoco, responsabile
della grave negligenza. Intervenne il canonico per chiedere clemenza per il
povero cuoco e le ire del re si riversarono su di lui. Gli fu intimato con
minacce e torture di rivelare il segreto confessionale della regina, presunta
infedele. Naturalmente il Nepomumuceno (da Nepomuk, la città boema in cui era nato nel 1330) non
rivelò nulla. Sapendo in cuor suo che presto avrebbe pagato con la vita la sua
fedeltà al segreto confessionale, si recò in pellegrinaggio al santuario della Madonna nera di
Breslavia per prepararsi al martirio.
Qualche tempo dopo il suo corpo, dopo terribili torture, fu gettato dal
ponte Carlo nel fiume Moldava, di notte, per evitare la reazione del
popolo che tanto lo amava e stimava. Oggi il luogo è segnato da una croce sul
muro e da una grata. A poca distanza la statua di s. Giovanni Nepomuceno in abito canonico, con la palma del martirio ed
il crocifisso e sulla testa una corona di cinque stelle a sei punte in ricordo
di quelle che apparvero nel fiume guidando i pescatori al recupero del suo
corpo, che fu poi trasportato in processione fino alla cattedrale di s.
Vito dove ancora si trova in una tomba d’argento. Nel 1719 venne fatta una
ricognizione del corpo e quella lingua, che aveva taciuto per rispetto del
segreto confessionale, fu trovata incorrotta, anche se raggrinzita. Nel 1721
Giovanni Nepomuceno fu beatificato e l’anno dopo fu
consacrato in suo onore un santuario a Zelená Hora, nella diocesi di Brno dove aveva studiato. Il santua rio è stato
dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1994. Fu canonizzato nel
1729 dal papa Benedetto XIII e dichiarato patrono della Boemia, dei confessori,
dell’onore, delle acque, di coloro che attraversano i ponti ed invocato come
protettore dalle alluvioni. Perciò le sue statue si trovano sui ponti o in
prossimità di corsi d’acqua, anche in Italia, come a Morbegno (SO) sul torrente
Bitto, a Roma sul ponte Milvio
solo per citarne alcune. La memoria liturgica del santo viene celebrata il 20
marzo.
Antonella Palomba