Recarsi in pellegrinaggio in un luogo sacro, in un santuario, è un’esperienza davvero salutare per lo spirito: rafforza la fede che talora vacilla sotto i colpi della stringente quotidianità, ravviva la speranza talora indebolita, ridona la visione verticale al nostro sguardo terreno, fa rigustare all’anima la serenità che nasce dal silenzio e dall’ascolto e concede allo spirito ben disposto una profonda ricchezza di benefici interiori derivanti dallo stato di grazia. In poche parole è una preziosa boccata d’aria di cielo che ci ritempra e ci aiuta ad affrontare con più energia la nostra vita con tutto ciò che ci riserva ogni giorno.
Lo scorso agosto ho realizzato il desiderio di andare in pellegrinaggio a Fatima. Quest’anno ricorre il 90° anniversario delle apparizioni della Madonna, dal 13 maggio al 13 ottobre1917, a Lucia dos Santos ed i suoi cuginetti Francesco e Giacinta Marto, i tre pastorelli che allora avevano rispettivamente dieci, nove e sette anni. I festeggiamenti per la ricorrenza sono stati conclusi con l’inaugurazione, in fondo all’ampio piazzale di fronte alla basilica, di una nuova grande chiesa dedicata alla S.S. Trinità dalla capienza di novemila persone e da una solenne concelebrazione presieduta dal card. Tarcisio Bertone, a nome del papa, il 13 e 14 ottobre scorso.
Il nostro pellegrinaggio ha avuto inizio con due riti penitenziali: la Via Crucis e la Confessione ci hanno preparato all’incontro con la Madonna. Abbiamo vistato le povere case dei tre pastorelli nel villaggio di Aljustrel ed i luoghi dove apparve loro l’Angelo nel 1916, preparandoli alla visione della Madonna. I veggenti riferirono di aver visto un giovinetto che si presentò come l’Angelo della pace, l’Angelo del Portogallo ed insegnò loro la preghiera “ Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo e chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano”. Egli raccomandò loro di ripeterla spesso affidando quindi loro un compito. L’Angelo riapparve una seconda volta chiedendo di pregare molto, di offrire sacrifici a Dio e di accettare pazientemente le sofferenze che avrebbero patito.
Infine la terza volta insegnò loro una nuova preghiera: “ Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente, vi offro il preziosissimo Corpo, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli è offeso. E per i meriti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori ”. L’Angelo aveva tra le mani il calice e l’ostia dalla quale cadevano gocce di sangue. Egli diede l’ostia a Lucia e fece bere Francesco e Giacinta dal calice.
Il 13 maggio 1917, in piena guerra mondiale, la Madonna apparve ai tre pastorelli a Cova de Iria. Era su un piccolo leccio, splendente di luce. Nelle parole di Lucia “era una Signora vestita di bianco, più splendente del sole, e diffondeva una luce più intensa di quella di un cristallo pieno di limpida acqua, attraversata dai raggi più ardenti del sole “. Ella chiese ai bambini di recarsi lì il 13 di ogni mese a mezzogiorno e chiese loro di recitare il Rosario ogni giorno per la pace nel mondo e la fine della guerra. In agosto l’apparizione avvenne il 19 ad Os Valinhos, poiché il 13, giorno consueto delle apparizioni, i pastorelli erano stati trattenuti dalla polizia. Il luogo si trova lungo il percorso della Via Crucis, in una piccola valle quasi come una V alle cui estremità sono l’ottava e la nona stazione: una cappella con una statua di marmo della Madonna ricordano l’evento. Durante la Via Crucis mi è capitato di portare la croce proprio nel tratto tra le due stazioni e, passando davanti alla Madonna, ho riflettuto come la vita è fatta di alti e bassi, ma in fondo alla valle, abbracciando la croce, troviamo sui nostri passi la mamma celeste.
Nell’apparizione del 13 luglio la Madonna chiese ai veggenti di pregare per la conversione dei peccatori e di ripetere, tra una decina e l’altra del Rosario: “Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia”.
Nel luogo delle apparizioni, nella grande piazza a sinistra del santuario, oggi si trova una piccola cappella quasi come un tabernacolo cui Maria fa da custode e nella quale viene riposta tutte le sere a mezzanotte. Questa è coperta da una struttura in legno con enormi finestroni laterali apribili e chiudibili per potervi pregare in condizioni di temperatura accettabili a seconda delle stagioni. Solo nei giorni solenni in cui ricorrono gli anniversari degli eventi prodigiosi del 1917, viene posta sul capo della Madonna la preziosa corona fatta con l’oro donato dalle donne portoghesi in ringraziamento della mancata partecipazione della loro patria alla II guerra mondiale nella quale, 40 anni dopo, nel 1982 è stato incastonato il proiettile che aveva colpito Giovanni Paolo II, miracolosamente deviato da Maria. Il proiettile era esattamente della misura del foro posto sotto il globo sormontato dalla croce, senza che ci fosse bisogno di allargarlo o restringerlo.
La corona è conservata nel Museo ‘ Fatima, Luce e Pace ‘ con l’anello più caro a Giovanni Paolo II ricevuto dal primate di Polonia, il card. Wyszynski, quando fu eletto papa e con su il suo motto Totus Tuus, i paramenti sacri di tutte le tre celebrazioni tra cui quella della beatificazione dei pastorelli ed altri oggetti da lui utilizzati come l’ultimo fazzoletto e l’ultimo rosario usati sul letto di morte e per sua volontà fatti pervenire a Fatima. C’è anche un pastorale di bronzo offerto per esprimere la convinzione che la sua vita sarebbe finita il 13 maggio 1981 con l’attentato senza l’intervento di Maria che aveva deviato il proiettile da organi vitali. Da quel momento in poi ogni suo giorno di vita era stato un dono di Dio, amorevolmente vissuto nell’offerta più totale di sé ed alla guida della Chiesa c’è stata Maria della quale egli si era dichiarato ancor più ‘ Totus Tuus ‘.
Il museo, a destra della piazza, quasi di fronte alla cappellina, contiene doni di ogni genere, dai più preziosi ai più umili offerti sia a Fatima che in tutto il mondo durante i viaggi delle 9 statue, tutte copie di quella posta nella cappellina, della Madonna pellegrina che gira per i vari paesi della terra.
A centro della piazza un obelisco sulla cui sommità una statua dorata di Cristo con le braccia aperte accoglie i pellegrini. Sul campanile della basilica si nota una grande corona, perché la Madonna è Regina del Portogallo e, da quando un re le ha regalato la sua corona, lei è l’unica a portarla sulla testa. Da allora i sovrani si sono fatti sempre fotografare con la corona sotto il braccio, appoggiata su un cuscino, ma non sulla testa. La Madonna aveva profetizzato: ‘ Il Portogallo non perderà mai la fede! ‘.
Nell’abside dell’altare maggiore Maria è incoronata Regina dalla S.S. Trinità. In basilica, a sinistra, sull’altare si trova una statua della Madonna pellegrina che ha girato tutto il mondo. Ci sono nove statue pellegrine, tutte uguali. Questa è l’immagine della Madonna che ha guarito P. Pio da Pietrelcina qualche anno prima della sua morte. I frati di S. Giovanni Rotondo hanno chiesto di ricevere di nuovo Maria il 23 settembre per la memoria liturgica di S. Pio.
Le tombe di suor Lucia dos Santos e della beata Giacinta Marto con monumento a lei dedicato si trovano a sinistra guardando l’altare maggiore. Dal 19 febbraio 2006 suor Lucia riposa accanto a Giacinta, dopo la sua traslazione dal convento di clausura di Coimbra dove si era spenta il 13 febbraio 2005 all’età di 97 anni. La tomba con il monumento del beato Francesco Marto sono invece sulla destra.
Il percorso di marmo che dal fondo del piazzale porta alla cappellina appare lucidato perché continuamente coperto, andata e ritorno, da pellegrini in ginocchio che chiedono una grazia o in segno di ringraziamento. Alcuni percorrono più volte il giro intorno alla cappellina, altri lo fanno addirittura prostrati a terra. Il percorso viene sempre mantenuto libero da addetti al servizio per non ostacolare questo pio gesto che ricorda ciò che fece Lucia per chiedere alla Madonna la guarigione della sua mamma. La giovane veggente fece circa 2 km, da casa sua al luogo delle apparizioni in ginocchio recitando il rosario. C’è ancora un altro aspetto legato a questo gesto: non si fa da soli, ma sempre accompagnati da qualcuno, spesso familiari, perché sia espressione anche della solidarietà e dell’aiuto fraterno. Cosa fanno fare la fede, la speranza e la carità! Ho visto tanti giovani fare questo pio gesto, un uomo prostrato a terra, che faceva il percorso di ritorno, con accanto a sé presumibilmente la madre, il figlioletto e la moglie china su di lui che gli asciugava il sudore, una mamma tenuta per mano da due bambini, due giovani genitori che accompagnavano una ragazzina adolescente e istintivamente pregavo:‘ Maria, accogli le loro preghiere!’ Il ‘ mai soli ’ ricorda le parole della Madonna a Lucia rattristata al pensiero che sarebbe rimasta presto senza i suoi cuginetti Francesco e Giacinta che sarebbero andati presto in cielo . ‘ Il mio Cuore Immacolato resterà sempre con te! ‘ le disse la Vergine.
E’ consuetudine per i portoghesi offrire alla Madonna, in ringraziamento per le grazie ricevute, le cosiddette ‘ promesse di cera ’, delle statue o delle parti del corpo di cera che vengono gettate nella pira, una fornace ardente a poca distanza dalla cappellina. Affinché nulla vada perduto, la cera sciolta viene raccolta ed utilizzata di nuovo: è come se fossero preghiere offerte e riofferte fino alla consumazione completa.
C’è una statua della Madonna uguale a quella della cappellina che viene portata in processione davanti alla basilica dove, all’aperto, (ora nella nuova grande chiesa della S.S. Trinità), alle 11 ogni giorno si celebra la messa internazionale. Particolarmente emozionante il momento in cui la Madonna ritorna nella cappellina al termine della messa: al canto ‘Salve, Regina del Portogallo ’ viene salutata da uno sventolio di fazzoletti bianchi. In quel momento ho avvertito forte tutta la grande fede del popolo portoghese che esprimeva in modo autentico la sua devozione ed ho riflettuto che in questo luogo benedetto tra tutti i pellegrini i portoghesi sono la maggioranza sempre presente a presidiare e a far da corona alla Madonna. Apparentemente Fatima potrebbe sembrare un luogo meno suggestivo di Lourdes, perché mancano i segni dell’acqua, la grotta, i tantissimi ammalati, ma questo popolo fedele e devoto fatto di tante tante persone semplici e povere, famiglie con bambini accompagnate dai nonni, donne con le gonne nere lunghe e i fazzolettoni sul capo, si fa sentire con la sua presenza ed è fiero della sua Regina, cosa che non si nota dei francesi a Lourdes.
Il rito senza dubbio più suggestivo è la Fiaccolata. Ogni sera alle 21:30 (il Portogallo ha l’ora secondo il meridiano di Greenwich, per cui sono le 22:30 in Italia ) nella cappellina viene recitato il S. Rosario con brevi meditazioni sui vari misteri annunciati. Mistero per mistero vengono usate le varie lingue di tutti i pellegrini presenti. Nelle tre sere in cui ero presente il mistero pregato in italiano era il terzo. La recita del S. Rosario è preceduta dal rito della luce: dal cereo pasquale vengono accese tutte le fiaccole dei sacerdoti e poi quelle dei fedeli. Al termine comincia la fiaccolata aperta dalla croce illuminata seguita da tutti i sacerdoti, dalla Madonna e da tutti i fedeli. Viene percorso tutto il piazzale, ad anello, passando dietro all’obelisco con su la statua di Gesù Cristo e ritorno nella cappellina. Al termine Ave Maria per la conversione dei peccatori, benedizione e saluto di tutti i gruppi di pellegrini presenti.
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”(Lc 1,49), esclamò la Madonna all’annuncio dell’Angelo. Grandi cose le affidò da rivelare a tre bambini cui sarebbero state legate le vicende della storia del mondo e la salvezza delle anime. Accogliamone il messaggio e lodiamo Dio con le parole dello stesso Gesù, nostro Salvatore: “ Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così è piaciuto a te”(Mt 11,25-26).
Prof .ssa Antonella Palomba